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Wimbledon 2018 – L’ace nella manica: il Mental Training

Wimbledon 2018 – L’ace nella manica: il Mental Training

Un torneo quasi cavalleresco

Lo scorso 2 luglio è iniziata l’edizione 2018 del torneo di Wimbledon.

Parlare di Wimbledon significa parlare della storia stessa del tennis: nel 1874 furono gli inglesi a reinventare le regole del tennis moderno e solo 3 anni dopo, in un elegante sobborgo di Londra chiamato Wimbledon, si tenne il primo torneo su erba.

Wimbledon prevede 5 eventi principali: singolare maschile e singolare femminile (1 vs 1), doppio maschile, doppio femminile (2 vs 2) e doppio misto (uomo e donna). Tutti i tornei sono a eliminazione diretta, in un cammino verso la vittoria della coppa.

A Wimbledon si respira un’aria cerimoniale e quasi cavalleresca: basta pensare che i giocatori devono vestirsi esclusivamente di bianco e l’outfit deve essere preliminarmente approvato da un’apposita commissione.

Eroi del tennis

Chi calca quel prato è certo di essere l’erede di una tradizione di campioni leggendari: Borg, McEnroe, Becker, Agassi, Sampras, fino ad arrivare ai fuoriclasse che gareggiano in questi giorni come Federer, Nadal, Djokovic…

Quest’anno Wimbledon vede molti italiani in gara quindi per amor di patria non ci esponiamo in preferenze o pronostici, tuttavia possiamo prendere spunto dalle parole di uno degli eroi del tennis del passato per descrivere un aspetto che caratterizza questo sport e questo torneo…

Abilità atletiche e mentali

Quando non ci alleniamo, studiamo la psicologia del tennis. (…) Ci viene insegnato a chiudere gli occhi e a immaginarci vincitori a Wimbledon mentre solleviamo sopra la testa quel trofeo d’oro.”
Queste parole sono di Andre Agassi e si riferiscono ai corsi alla scuola di tennis fondata nel 1978 dall’italo americano Nick Bollettieri, il grande allenatore che ha formato un esercito di campioni, da Jim Courier a Boris Becker, dalle sorelle Williams a Maria Sharapova.

Non è un caso che un allenatore così ambizioso, che si è rivelato il più vincente del mondo, già nel 1984 avesse cura di insegnare ai suoi allievi tecniche di psicologia dello sport.

La forza dell’immaginazione

L’importanza attribuita ad una sfida e la sua complessità possono creare un’eccezionale pressione sulla psiche degli atleti, arrivando ad alterarne la performance.

Uno dei sistemi per permettere agli sportivi di alleviare l’ansia e dare il meglio è basato proprio sul saggio impiego di una delle facoltà mentali più preziose: l’immaginazione. Sebbene tutti usiamo l’immaginazione fin da bambini, il suo uso efficace e volontario per ottimizzare una performance richiede una serie di tecniche e accorgimenti ben precisi sui quali torneremo nei prossimi articoli.

Alcuni vantaggi delle tecniche immaginative

Al momento ci teniamo a sottolineare la finalità con cui le tecniche di visualizzazione venivano usate alla gloriosa Bollettieri Academy: aiutare gli atleti a credere nelle loro potenzialità e orientare le forze verso il più grande traguardo del loro sport, ossia vincere la coppa di Wimbledon.

La fiducia in se stessi infatti non è una forza misteriosa o innata, non è che “si ha o non si ha”: è una qualità psichica da anni al centro degli studi e delle tecniche di psicologia dello sport. Questa capacità si può allenare e si può imparare a gestirla a nostro vantaggio, in modo che sia un sostegno per la nostra ambizione e un propulsore alle nostre iniziative.  Perché come dice Bollettieri: “Un’attitudine mentale positiva rende possibile l’impossibile!


Fonti:

https://www.focusjunior.it/news/che-cose-il-torneo-di-wimbledon/


https://www.paginainizio.com/genio/cos’è-il-torneo-wimbledon.html


https://biografieonline.it/biografia-andre-agassi


https://en.wikipedia.org/wiki/Nick_Bollettieri


“Open”, Andre Agassi, edizioni Einaudi.



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