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Italia-Olanda 3 a 1: nella mente del portiere

Italia-Olanda 3 a 1: nella mente del portiere

RICORDI DI UNA GRANDE ITALIA

Chi non ricorda questa partita?

Estate 2000. Semifinale del campionato di calcio europeo, Italia-Olanda. Dopo una prestazione grandiosa, in 10 contro 11, i nostri ragazzi erano arrivati ai tempi supplementari sullo zero a zero. La sorte della partita fu decisa ai rigori e Francesco Toldo si rivelò l’eroe della serata, arrivando a parare addirittura 3 penalty su 6.

Concentriamoci su questa performance del nostro estremo difensore. Riguardando il video si può vedere con chiarezza come Toldo, prima dei rigori, parli a voce alta ripetendo a se stesso: “Te lo paro! Te lo paro!”.

Questo dialogo interiore avrà aiutato il nostro portiere? Le parole che ci diciamo influenzano le nostre prestazioni sportive? Come possiamo fare in modo che ci siano utili e non di ostacolo?


UN PASSO INDIETRO…

In psicologia dello sport l’atto di “parlare con se stessi” è chiamato “SELF TALK”: per capire bene come farlo funzionare a nostro vantaggio dobbiamo fare un passo indietro e parlare dall’attenzione.

La nostra attenzione si comporta come una luce: può illuminare un ambiente in modo diffuso oppure può concentrarsi su una cosa sola.

Diventa quindi fondamentale dirigere l’attenzione unicamente solo su ciò che è efficace e funzionale per la performance, ignorando tutti i pensieri negativi e le distrazioni.


SELF TALK

Ma cosa c’entra l’attenzione col self talk? I due sono connessi perchè le parole che ci diciamo sono come i binari sui quali scorre la nostra attenzione e mettono in moto quella che si chiama “profezia che si auto-avvera”, in altre parole il pensiero influenza il comportamento e quindi la probabilità di successo o di insuccesso.

Il nostro “self talk” avviene tramite le frasi che ci diciamo ma anche tramite singole parole o addirittura con immagini mentali; aiuta a concentrare la nostra attenzione su pensieri che possono creare emozioni, risvegliare o addormentare le nostre energie, aiutaci a dirigere le nostre azioni. Quindi esercita un’influenza eccezionale su tutti gli aspetti della performance.


LA LEZIONE DI FRANCESCO TOLDO

Se si analizzasse scientificamente un calcio di rigore:

Una porta da calcio è larga più di 7 metri e alta 2,44 m, mentre un portiere più o meno “solo” 1,90: messa così chiunque a rigo di logica penserebbe “Io non ci posso fare niente: o loro sbagliano oppure è sicuramente gol”.

In quei pochi attimi, cosa ci ha insegnato il nostro portierone?

Semplicemente che bloccando i pensieri negativi (di paura, rinuncia o sconfitta) e sostituendoli con altri positivi legati al compito, alle azioni da fare, alla certezza delle proprie capacità, è stato possibile un qualcosa di praticamente impossibile.

Se ci facessimo prendere dalla negatività sembreremmo ancor più piccoli di quanto siamo, mentre Toldo si sarà sentito una montagna gigantesca ed insuperabile e questa idea, pensata al momento giusto, ha giovato alla prestazione.

Non pensi che tutto questo possa essere applicato in ogni momento e in ogni ambito della tua vita?


Articolo a cura del Dott. Davide Bellini, Psicologo



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