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“Devi essere in grado di vivere la competizione” – Intervista a Mauro Cerilli – MMA

“Devi essere in grado di vivere la competizione” – Intervista a Mauro Cerilli – MMA

Mauro Cerilli (Terracina, 22 marzo 1983) è un lottatore di arti marziali miste, italiano. Combatte nella categoria dei pesi massimi per l’organizzazione singaporiana ONE. In precedenza ha militato anche nelle promozioni AFC, Slam FC, Venator FC, Magnum FC e CWFC, dove è stato campione di categoria dal 2017 al 2018.

Con l’acronimo MMA (Arti Marziali Miste, in lingua inglese “Mixed Martial Arts”) si intende uno sport da combattimento a contatto pieno che prevede sia l’utilizzo di tecniche sia di grappling (proiezioni a terra, strangolamenti, leve articolari) che di striking (pugni, calci, gomitate, ginocchiate). Le radici dell’MMA risalgono a epiche sfide tra campioni di arti marziali diverse; in seguito si è sviluppato in uno sport estremamente spettacolare, efficacissimo anche come metodo di difesa personale.

Abbiamo raggiunto Mauro Cerilli per ascoltare la sua storia di sportivo…

 

Ciao Mauro, quando hai cominciato a praticare MMA e cosa ti piaceva all’inizio?

All’inizio lo vedevo solo in televisione, da bambino facevo judo ma poi ho lasciato stare, mi sono sposato e l’MMA la guardavo dal salotto di casa: non pensavo che lo avrei mai praticato. Poi a 29 anni, quando mi sono separato, ho provato a fare questo sport: ho visto che se anche non riuscivo ad allenarmi benissimo, comunque i risultati li portavo. Io sono padre di tre figli, ho una famiglia e all’inizio sono partito per gioco.

Quali sono le caratteristiche fisiche necessarie per fare MMA secondo te?

 Fisiche…?! Secondo me servono prima quelle mentali che fisiche.

Ah perfetto…

E’ uno sport duro, molto tecnico e se non prepariamo la mente a questo, il fisico è relativo.

 Quindi quali sono le caratteristiche mentali per fare bene questo sport?

 Sicuramente non devi aver paura dei colpi e devi avere una mentalità molto agonistica, devi essere in grado di vivere la competizione. Poi ci vuole una grande conoscenza del proprio corpo, che pure è una cosa che su fa con la mente…

Cosa intendi per “conoscenza del corpo”?

 Conoscenza dei tuoi limiti, dei tuoi punti di forza e di debolezza. Devi essere pronto mentalmente a fare questo sport: secondo me la maturità mentale arriva sui 30 anni in questo sport.

Come hai sviluppato queste capacità mentali?

Io vengo da situazioni un pò particolari, diciamo che son cresciuto un po’ per strada: la mia testa l’ho forgiata là, sul campo…

Hai delle strategie mentali consapevoli?

Ogni incontro ha una strategia, ogni atleta ha la sua, ogni incontro è diverso, non c’è mai una tecnica particolare.

Hai delle routine, parole che ti dici in gara?

Per prepararmi al match mi dico che faccio tanti sacrifici per la mia famiglia e quando entro nella gabbia, cerco di metterli in pratica, di coronare la mia preparazione…

Hai delle figure che ti hanno aiutato in questo percorso?

Fino alla cintura del “Cage Warrior” ci sono arrivato da solo, poi ultimamente l’aiuto più importante è arrivato da Lorenzo Borgomeo: per la prima volta ho un maestro…

Hai mai collaborato con uno psicologo dello sport?

Conosco qualche preparatore mentale, ogni tanto ci scambio due chiacchiere però non ho mai intrapreso una vera e propria collaborazione, anche perché a detta sua ho una mente forte e non mi serve…



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