32020Mar
Equitazione e mental training

Equitazione e mental training


4000 ANNI FA…

Esistono sport di origine antichissima che si caricano di un valore ancestrale e simbolico. Uno di questi è l’equitazione.

Sembra che i primi popoli ad addestrare i cavalli siano state le tribù nomadi dell’Asia centrale, più di 4000 anni fa. I cavalli furono ritenuti animali superiori da greci, romani e arabi. Nell’immaginario del Medioevo questo animale si carica ulteriormente di forza evocativa: assieme alla spada diventa l’attributo essenziale del cavaliere, il nobile votato alla difesa della Giustizia e della Verità.

IL SIMBOLISMO DEL CAVALLO

Il cavallo esercitò grande fascino sulla fantasia degli antichi principalmente per le caratteristiche legate al suo essere “doppio”: infatti da una parte sembra l’incarnazione dell’impeto e dell’energia, dall’altra è un animale addomesticabile che può diventare utilissimo per viaggiare, lavorare i campi o andare in guerra.

Fu così che il cavallo divenne il simbolo della forza degli istinti e dell’inconscio, di una potenza tenebrosa della natura che può essere imbrigliata e sublimata. Così nelle leggende il cavallo diventa l’alleato, il compagno di avventura, l’amico inseparabile. In virtù della sua capacità di vedere di notte, in molti miti funge da guida in luoghi misteriosi e sovrannaturali.

EQUITAZIONE MODERNA

Nel Rinascimento nacquero le prime scuole di equitazione: tra queste rifulse quella del napoletano Giovan Battista Pignatelli (1540-1600) che segnò una svolta a livello europeo nello sviluppo di quest’arte.

Oggi l’equitazione è uno sport individuale e di squadra in cui donne e uomini gareggiano insieme e si divide in tre discipline principali: dressage (gare di addestramento), salto ostacolo concorso completo. E’ l’unico sport dove si gareggia affiancati da un animale.

Da un punto di vista tecnico, l’apprendimento dell’equitazione richiede pratica costante e anche il rispetto di precise norme di sicurezza, visto l’elevato rischio di infortunio.

SENSAZIONI FORTI

E da un punto di vista psicologico? L’equitazione, fin dal primo istante in cui ci si avvicina al cavallo, può suscitare sensazioni molto forti. L’apprendimento della disciplina porta a interiorizzare il rispetto, la comunicazione e l’empatia nei confronti dell’animale col quale si condividono vittorie e sconfitte.

Col tempo il binomio cavallo-cavaliere si sviluppa in un vero e proprio sistema relazionale: i 2 elementi si influenzano a vicenda e il loro rapporto si rispecchia nelle prestazioni. Proprio come nelle antiche leggende il cavallo diventa l’amico e compagno di avventura.

Date queste caratteristiche è facile comprendere le grandi potenzialità del cavallo in campo educativo ma anche rieducativo (tossicodipendenti, ex carcerati) e riabilitativo (soggetti infortunati o disabili).

MENTAL TRAINING

Per quanto riguarda il mental training, i programmi relativi all’equitazione prevedono interventi focalizzati sullo sviluppo della concentrazione e della capacità di leggere e interiorizzare il tracciato di gara.

Fondamentale diventa lo sviluppo della capacità di comprendere i feedback del cavallo e la strutturazione di routine legate alle norme di sicurezza. Importantissimo è anche il lavoro sulla fiducia in se stessi, senza la quale il cavaliere non può trovare il coraggio per controllare il cavallo e affrontare salti o figure pericolose.

Infine, l’aspetto più curioso del mental training nell’equitazione è sicuramente la definizione degli obiettivi, che deve coinvolgere in ugual misura sia il cavaliere che il cavallo.

Giacomo Boganini



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